Il Castello Potentino

Qualche mese fa sono stata contattata da Luisa, fautrice di un progetto chiamato Difesa attiva, che ha come obiettivo la difesa delle greggi dai branchi dei lupi, non con i colpi di fucile, come fanno alcuni pastori ma con i cani da guardiania.

La sua proposta, in qualità di consulente dell’azienda agricola, era quella di insegnare l’arte del feltro ad acqua a coloro che gestiscono, in modo davvero etico e consapevole, un castello alle pendici del Monte Amiata, in Toscana: il Castello Potentino.

Avendo acquisito di recente un gregge numeroso di pecore sarde, l’idea e il progetto dell’azienda era di utilizzare la lana ricavata ogni anno dalla tosatura per produrre manufatti sia ad uso interno che per la vendita, in loco e online.

Ho accolto la sfida coinvolgendo due colleghe e amiche esperte come me di infeltrimento, Cristina Modanesi e Marta Stefanicka. La sfida era interessante e complessa al tempo stesso: produrre tappeti, cappelli e altri manufatti come contenitori, con la lana sarda, valorizzando un prodotto altrimenti trattato come rifiuto speciale, dunque da smaltire.

Giunta all’inizio solo con Cristina per lavorare sull’infeltrimento del tappeto abbiamo avuto una splendida accoglienza.

Circondate da un paesaggio bellissimo e in compagnia di alcune donne forti e determinate, ci siamo immerse nella produzione di campioni prima e di un bel tappeto poi. Per riposarci abbiamo infeltrito anche divertenti rivestimenti per le bottiglie di vino.

Successivamente è arrivata Marta, che aveva sperimentato la  lana sarda creando due bei cappelli e anche li’ sono seguite due intense giornate, in cui si è prodotto olthatsre ai cappelli anche dei contenitori per il formaggio con le splendide ragazze che con i loro compagni allevano le pecore e gestiscono il caseificio… tra l’altro il formaggio che producono è eccellente!

Quattro giorni sono trascorsi velocemente, lavorando di buona lena di giorno e conversando amabilmente e sorseggiando dell’ottimo vino di loro produzione, la sera. Dunque questa sfida di lavorare una lana, come la sarda, non certo apprezzata per la sua fibra, si è rivelata vincente… si lavora bene la lana sarda, si presta all’infeltrimento, soprattutto per la produzione di oggetti forti e resistenti. E’ stato un lavoro intenso ma ricco di soddisfazioni! Auguro a Charlotte, wine maker e ora anche feltraia e a Cler designer tessile che condivide questo progetto di portarlo avanti, sebbene non sarà semplice e spero di ingaggiare io stessa una piccola produzione, per nobilitare un prodotto che altrimenti viene gettato via. Grazie ragazze del Potentino!

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